1° NOVEMBRE "SOLENNITA' TUTTI I SANTI"
Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati». Matteo 5,1-4 Con la Solennità di Tutti i Santi uniti con Cristo nella gloria in un unica festa, la Chiesa venera la memoria di coloro della cui compagnia esulta il cielo, per essere incitata dal loro esempio, allietata dalla loro protezione e coronata dalla loro vittoria davanti alla maestà divina nei secoli eterni.
Sentita celebrazione il 1° novembre nella nostra parrocchia con tanti fedeli presenti per una festa così importante. Sullo fondo del presbiterio una grande scritta: “COME CE L’HANNO FATTA LORO POSSIAMO FARCELA ANCHE NOI!” Con la sua omelia Padre Marek ci ha invitato ad essere santi, ad essere santi come Dio è Santo! La santità intesa come comportamento umano, quello che dovremmo sempre avere e perseguire nella nostra vita, donarsi completamente e mettersi a servizio dei fratelli. Sembrerà un fallimento, al mondo, come è apparsa la croce di Gesù; ma questa è la vera santità. Quella di Ognissanti è una festa di speranza: “l’assemblea festosa dei fratelli” rappresenta la parte eletta e sicuramente riuscita del popolo di Dio; ci richiama al nostro fine e alla nostra vocazione vera: la santità, cui tutti siamo chiamati non attraverso opere straordinarie, ma con il compimento fedele della grazia del battesimo. Gesù, nel Vangelo, descrive tutto questo con le parole potenti e profetiche del bellissimo Discorso della Montagna, e mostra che nessuna condizione umana può togliere la gioia vera che viene dall’essere suoi amici, dallo stare con Lui, perseverando nel «cercare il suo volto». Siamo santi quando ci riconosciamo poveri di tutto, ma ricchi di Lui; nelle sofferenze subite per il bene, la giustizia, la fede; nella mitezza di chi tutto lascia andare, sapendo di possedere tutto in Cristo; nella capacità di amare come Lui, con misericordia; quando conserviamo la purezza dello sguardo e del cuore, che ci fa essere come bambini e vedere il Signore presente nella nostra vita; nelle azioni generose che promuovono la pace, quella vera, semplice e grandiosa che si costruisce ogni giorno nei luoghi e con le persone della nostra quotidianità.
L’esempio ce lo danno proprio loro, i nostri Padri Somaschi, che dedicano la loro vita al servizio dei più deboli e a loro somiglianza possiamo iniziare il nostro cammino verso la nostra santità. Mi piace ricordare anche le parole di Papa Francesco all’Angelus del 1° novembre 2022: “Oggi, festeggiamo Tutti i Santi e potremmo avere un’impressione fuorviante: potremmo pensare di celebrare quelle sorelle e quei fratelli che in vita sono stati perfetti, sempre lineari, precisi, anzi “inamidati”. Invece, il Vangelo di oggi smentisce questa visione stereotipata, questa “santità da immaginetta”. Infatti le Beatitudini di Gesù, che sono la carta d’identità dei santi, mostrano tutto l’opposto: parlano di una vita controcorrente, di una vita rivoluzionaria! I santi sono i veri rivoluzionari. Prendiamo ad esempio una beatitudine, molto attuale: «Beati gli operatori di pace», e vediamo come la pace di Gesù sia molto diversa da quella che immaginiamo.
Come si fa allora a diventare operatori di pace? Prima di tutto occorre disarmare il cuore. Fratelli e sorelle, guardiamoci dentro e chiediamoci: siamo costruttori di pace? Lì dove viviamo, studiamo e lavoriamo, portiamo tensione, parole che feriscono, chiacchiere che avvelenano, polemiche che dividono? Oppure apriamo la via della pace: perdoniamo chi ci ha offeso, ci prendiamo cura di chi si trova ai margini, risaniamo qualche ingiustizia aiutando chi ha di meno? Questo si chiama costruire la pace”. Non è perdente vivere così? È Gesù a darci la risposta: gli operatori di pace «saranno chiamati figli di Dio»: nel mondo sembrano fuori posto, perché non cedono alla logica del potere, in Cielo saranno i più vicini a Dio, i più simili a Lui. Ma, in realtà, anche qui chi prevarica resta a mani vuote, mentre chi ama tutti e non ferisce nessuno vince: come dice il Salmo, “l’uomo di pace avrà una discendenza”. Questa è la nostra santità, che comincia qui e si compie nell’eterno. La nostra vita è già piena, «nascosta con Cristo in Dio» (Colossesi 3,3).
Un po' di storia: Il giorno di tutti i Santi, noto popolarmente come Ognissanti è una festa cristiana che celebra la gloria e l'onore di tutti i Santi, compresi quelli non canonizzati. Le sue origini, però, si perdono tra sacro e profano. Le commemorazioni dei martiri, comuni a diverse Chiese, cominciarono ad essere celebrate nel IV secolo. La ricorrenza della Chiesa occidentale potrebbe derivare dalla festa romana che celebra l'anniversario della trasformazione del Pantheon in chiesa dedicata alla Vergine e a tutti i martiri, avvenuta il 13 maggio del 609 o 610. In seguito, Papa Gregorio III (731-741) scelse il 1º novembre come data dell'anniversario della consacrazione di una cappella a San Pietro alle reliquie "dei santi apostoli e di tutti i santi, martiri e confessori". Arrivati ai tempi di Carlo Magno, la festa era diffusamente celebrata in novembre. Il 1º novembre venne decretato festa di precetto da parte del re franco Luigi il Pio, nell'835.
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