"BEATITUDINI"
Catechesi di Padre Marek
In questa quinta domenica di Quaresima proseguiamo le catechesi sulle Beatitudini presenti nel Vangelo di San Matteo.
Le Beatitudini sono le grandi sconosciute dei cristiani, l" adrenalina dei popoli" e come dice papa Francesco sono la carta d'identità del cristiano, un percorso dove spesso ci risulta difficile prendere quello che rispecchia, quello che ci dà forza, quello che potrebbe essere considerato un
aiuto alla nostra crescita cristiana.
Beati i misericordiosi perché questi troveranno misericordia.
Misericordia sappiamo molto bene cosa significa, suor Faustina ci ha parlato, il suo diario è pieno di significati sia attraverso la descrizione del suo percorso spirituale, sia attraverso il suo vissuto, anche se la parte di Dio che a lei è stata rivelata non è stata subito capita. Infatti nel suo convento, sia con la suora superiore che con le sue consorelle, ha avuto grande difficoltà a lasciare l'immagine che il buon Dio ha voluto dare di se stesso.
Per capire i misericordiosi credo che noi dobbiamo capire cosa significa prima di tutto essere noi stessi misericordiosi. Questa cosa è molto particolare perché l'essere misericordiosi nasce prima di tutto all'interno della propria famiglia quando per esempio da bambini si combina qualcosa di sbagliato e mamma e papà sono misericordiosi perché sono pieni di amore, certe volte infatti chiudono gli occhi decidendo di non vedere quello che abbiamo combinato. È proprio con la loro misericordia che ci educano e diventano per noi un esempio: Dio non reagisce con la punizione, Dio ci lascia liberi di fare le scelte e questo perché lui crede nelle nostre capacità, crede che siamo in grado di valutare le diverse situazioni.
Se noi per primi oggi riusciamo non a perdonare ma a metterci d'accordo con il prossimo già facciamo un passo davvero grande verso la misericordia.
In questi tempi è difficile entrare nel percorso della misericordia perché siamo molto bravi a giudicare l'altro, siamo molto bravi a dare il peso alle azioni dell'altro. Proprio oggi il brano del Vangelo di Giovanni, bellissimo, il mio preferito, è un percorso della vita cristiana pazzesco dove si manifesta la misericordia di Dio verso una povera donna che viene portata da Gesù per essere giudicata, non è vero che è stata presa perché tutto era già programmato e organizzato dagli ebrei e dai farisei. La domanda fondamentale che dobbiamo farci non è tanto per quale motivo la donna viene portata davanti a Gesù ma dove è sparito l'uomo? Perché se lei ha peccato di adulterio anche l'uomo ha compiuto un atto condannevole. È lì iniziamo un po' a scatenare il nostro percorso verso la misericordia perché è più facile mettersi a dare un giudizio. Gesù però ci dà oggi un'indicazione ben chiara :"Chi è senza peccato getti per primo la pietra" e nessuno fa questa cosa perché ognuno di noi ha la consapevolezza che nei propri armadi ci sono degli scheletri nascosti.
Misericordia non deve essere così, misericordia deve essere un qualcosa che permette di guardarmi, di accettare come io sono e con la mia debolezza, con il riconoscimento di questa mancanza della perfezione riesco a vedere anche un'alterità che si trova nelle stesse situazioni.
Beati i puri di cuore perché vedranno Dio.
I puri di cuore e qua possiamo partire subito dai bambini.
I bambini sono un esempio eccellente perché non sono impregnati dal pensiero del mondo, noi adulti siamo pieni come una spugna che assorbe l'acqua sporca del lavandino quando puliamo i piatti o le cose che sono sporche. Noi siamo così come la spugna che certe volte si strizza però rimane quell'odore di sporcizia per ore. Pensiamo di essere puri ma a volte non siamo puri perché l' esperienza del peccato rimane dentro di noi come una scheggia che porteremo fino alla fine dei nostri giorni. Questo però non può provocare la cancrena nella nostra vita, non può essere per noi una scusa perché i puri di cuore sono quelli che riescono a liberarsi, riescono a stare tranquilli, riescono ad accettare anche le sconvenienze della vita, riescono accettare anche altro che pensa diversamente da noi. È difficile!!!... è difficile!!! Invece i bambini sono talmente semplici che per loro si è si e no è no.
È questa la strada che spesso dimentichiamo di prendere, perché abbiamo consapevolmente scelto di essere persone che valutano o cercano di fare delle scelte che purtroppo non danno la purezza del cuore, la genuinità del pensiero.
Guardate per esempio ciò che è accaduto la notte della premiazione degli Oscar quando l'attore Will Smith ha dato uno schiaffo al conduttore che ha offeso sua moglie. Pur avendo ragione perché voleva difendere la persona amata, ha avuto un comportamento sbagliato perché fare pubblicamente un gesto simile ha di fatto aperto la porta a conflitti, a guerre perché comincia così la differenza, la discordia. Io stesso quando qualcuno tocca i miei ragazzi della casa famiglia divento un cane che sbrana. Sbrana però in modalità che cerco di capire cosa hanno fatto di male i ragazzi e se hanno fatto qualcosa di sbagliato allora assegno delle punizioni perché deve essere così. Ma certe volte il dialogo è quella parte che manca al nostro percorso cristiano perché la purezza del cuore è riuscire ad essere aperti al dono dello Spirito Santo cercando di essere portatori di pace.
Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio.
Quella pace di cui oggi abbiamo tanto bisogno, una pace non esteriore ma interiore.
Siamo stanchi dopo due anni di pandemia e devo dirvi, come ho già detto ieri e questa mattina durante le messe, che è la paura a bloccare le nostre azioni.
Sono stato in Polonia in questi giorni e mi sono accorto come la paura è motivo di condizionamento. Noi polacchi non pensiamo più alla situazione dei contagi ma abbiamo paura per noi, per i nostri figli, per il nostro futuro perché siamo vicini al conflitto.
E questo mi ha fatto capire che la preoccupazione, la paura ci ha portato a un qualcosa di diverso, a delle scelte diverse.
Tornando in Italia ho visto un'altra paura, quella nascosta dietro le mascherine, la paura del Covid, la paura di non essere io a vedere il volto dell'altro, la paura di qualcuno che starnutisce, che tossisce. La cosa che mi ha stupito maggiormente nella mia parrocchia polacca è che la gente non porta più la mascherina, si inginocchia per prendere la santa comunione in bocca.
Credo che questo ci deve spingere a riflettere su cosa stiamo cercando e quale pace desideriamo.
Ecco cercare dentro di noi!!! Certe volte siamo così arrabbiati con il mondo intero che le nostre frustrazioni condizionano le relazioni a partire dagli affetti più cari e poi, cosa ancora peggiore, che ci facciamo dettare la pace dal mondo. Ma la pace, la concordia nelle famiglie non possono essere dettate dal mondo ma devono essere ispirate e suggerite dal cuore, dal decalogo che noi abbiamo nell' intimo per la felicità e la gioia.
La pace, miei cari, deriva dal fatto che io sono felice dei miei giorni e di tutto quello che mi circonda e ancora di più quando viene attinta dall'Altare, dall'Eucarestia, dal Sacramento della Riconciliazione, da quello incontro con un Dio che ascolta, accoglie senza giudicare e da quella capacità di guardare negli occhi gli altri ringraziando per quello che sono.
Quante volte siamo scarsi nel dire grazie, siamo scarsi di gesti semplici gli stessi che creano proprio la pace, la tranquillità, che plasmano i momenti frenetici che stiamo vivendo, perché la casa è una culla della pace, perché il focolare è la terra natale della pace. E da qui comincia tutto!
Beati i perseguitati per causa della giustizia perché loro è il regno dei cieli.
Questi sono gli affamati della giustizia, che pensano diversamente, sono gli indicatori del nostro percorso. Abbiamo avuto nella storia del cristianesimo tanti che andavano contro anche il pensiero della Chiesa come ad esempio padre Pio, Don Tonino Bello, madre Teresa di Calcutta che si è inchinata per la povertà, per lei la povertà non esisteva perché sussisteva l'uomo.
Giustizia significa uguaglianza nel cercare di trattare tutti nella stessa maniera come Dio sta facendo con noi, la giustizia si realizza per esempio quando parlando con i nostri genitori diciamo che hanno dei figli preferiti e loro rispondono con un :"Assolutamente no!". Non ci raccontiamo frottole perché la preferenza rimane sempre, ma la giustizia è avere la capacità di essere tosti quando c'è bisogno di essere tosti, quando è necessario mettere i paletti, quando c'è l'esigenza di dare indicazioni ai figli.
La giustizia è un qualcosa che ci spinge a portare questa pace, questa beatitudine prima di tutto, perché vedete stiamo scendendo giù arrivando all'ultima e ci accorgiamo che dall'ultima partiamo per arrivare alla prima perché il buon Dio è sempre fuori dalla matematica, fuori dalla logica, fuori da tutto quello che noi pensiamo sia giusto.
Come ho detto poco fa i santi erano proprio così, andavano contro corrente perché portavano il Vangelo nell'attualità della propria vita, erano dei profeti.
S. Giovanni Paolo II quando nella sua prima messa del suo pontificato concludeva dicendo: "Non abbiate paura!". Voleva appunto dire di non aver paura di essere portatori di pace, di essere misericordiosi, di essere portatori della giustizia, di essere cristiani veri.
Per concludere ho trovato delle Beatitudini moderne scritte da un anonimo che mi sono piaciute perché riportano quello che certe volte noi siamo giorno per giorno:
- Beati quelli che sanno ridere di se stessi: non finiranno mai di divertirsi. È una bellezza sorridere per le mancanze, per le figuracce, perché non sono perfetto e quante volte questa capacità di ridere di se stessi da' la possibilità ad altri di rubare un sorriso, di smuovere qualche conflitto, di abbattere qualche muro.
- Beati quelli che sanno distinguere un ciottolo da una montagna: eviteranno tanti fastidi. È proprio vero perché se qualcuno riesce ad avere la capacità di distinguere il grande dal piccolo riesce anche ad avere la capacità di riconoscere i problemi pesanti dai problemi più banali che noi però facciamo diventare grandi.
- Beati quelli che sanno ascoltare e tacere: impareranno molte cose nuove. Bellissima questa! Saper ascoltare!… se noi ci mettiamo in silenzio riusciamo ad ascoltare noi stessi? Riusciamo a sentire i nostri bisogni? Gesù ci insegna proprio questo. Quante volte lui è scappato per stare con se stesso, per stare nella preghiera insieme al Padre, per stare con i suoi pensieri, per stare con i suoi ricordi. Nei quaranta giorni nel deserto ha fatto proprio il percorso di stare con se stesso.
- Beati quelli che sono attenti alle richieste degli altri: saranno dispensatori di gioia. Bella anche questa saper ascoltare e contemporaneamente vedere che l' altro ha necessità mi smuove a inventare le cose, mi dà la capacità di imparare qualcosa di nuovo, di attivarmi per aiutare un' altra persona aprendomi così all'intelligenza dello Spirito Santo e alla sua fantasia.
- Beati sarete voi se saprete guardare con attenzione le cose piccole e serenamente quelle importanti: andrete lontano nella vita. Se riusciamo a tagliare i fardelli che ci legano possiamo essere in grado anche di recidere il cordone ombelicale che spesso ci trasciniamo fino alla tomba. Solo così sapremo andare avanti...
- Beati voi se saprete apprezzare un sorriso e dimenticare un sgarbo: il vostro cammino sarà sempre pieno di sole. Apprezzare un sorriso e ricambiare un sorriso….ma oggi con queste mascherine purtroppo non riusciamo a fare questo.
- Beati voi se saprete interpretare con benevolenza gli atteggiamenti degli altri anche contro le apparenze: sarete giudicati ingenui, ma questo è il prezzo dell'amore. L' ingenuità, la semplicità... per l' Amore non conta che cosa dona o che cosa riceve perché l' Amore è cieco, è irragionevole.
- Beati quelli che pensano prima di agire e che pregano prima di pensare: eviteranno tante stupidaggini. Credo che questa sia l'essenza del nostro percorso: affidarci nella preghiera. Se apriamo il nostro cuore e rimaniamo davanti al buon Dio così come siamo: questa è già una preghiera. Se riusciamo a ringraziare il buon Dio per quello che abbiamo: è una preghiera molto bella. Se siamo capaci con il nostro pensiero positivo di avvolgere anche persone che sono attorno a noi: questa preghiera è stupenda perché c'è un coinvolgimento maggiore.
Nella preghiera quando apriamo il nostro cuore ci accorgiamo che certe volte non siamo perfetti, ci manca qualcosa, allora senza sconforto possiamo aiutarci beneficiando del sacramento della Riconciliazione, grazie al quale abbiamo l'opportunità di legare nuovamente il nostro filo con Dio dopo essersi spezzato. Il sacramento della Penitenza è questo: ogni volta il filo si accorcia per essere più vicino a Dio e se avremo tanti nodi sul filo questo significa che avremo fatto tante cadute, ma nello stesso tempo tante riconciliazioni, tanti gesti d'amore, tanti momenti dove ci siamo accorti che abbiamo bisogno della presenza del Signore. Certamente Dio non sostituisce tutto quello di cui necessitiamo perché innanzitutto noi esseri umani occorriamo dell'altro, abbiamo desiderio di un abbraccio, di una lacrima, di un sorriso, di tante cose e non possiamo essere pietre ma possiamo essere esseri viventi che sanno amare, perdonare, essere misericordiosi, che sanno essere beati... cioè FELICI.
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