CHIARA LUCE BADANO
Chiara nasce a Savona il 29 ottobre 1971 e viene accolta come un dono di Maria dopo ii anni di attesa. La sua famiglia, molto semplice e laboriosa, ma di fede profonda, vive a Sassello (Sv).
Il 27 maggio del 1979 fa la prima comunione e riceve dal parroco un piccolo vangelo dal quale non si separerà più e ne leggerà ogni giorno una pagina. Tra gli amici prediligerà sempre i più deboli e i più poveri. Ama tanto Gesù Eucaristia e cerca di partecipare tutti i giorni alla santa messa.
Quando Chiara è in terza elementare conosce il movimento dei Focolari fondato da Chiara Lubich ed entra tra le "Gen 3 " (ragazzi tra i 9 e i 16 anni) dove impara a vivere il vangelo e a offrire fioretti a Gesù, per costruire un mondo nuovo edificato su11'unità e su11'amore. Ha scoperto che Dio è Amore e bisogna amare i fratelli per amare concretamente Dio e mettere “Gesù in mezzo” e amare “Gesù abbandonato”.
Amando Gesù abbandonato il cristiano trova la forza per affrontare e superare le prove della vita. Sono anche importanti per la spiritualità Gen la parola di Dio, l'Eucaristia, la devozione a Maria (tanto che il Movimento si chiama Opera di Maria).
A tredici anni riceve la cresima dal vescovo di Acqui mons. Livio Maritano e subito dopo si ammala di varicella e Chiara scrive: “Questo per me è Gesù abbandonato e devo amarlo il più possibile”.
Finite le medie si iscrive al liceo classico, a Savona,perché vuole frequentare la facoltà di medicina per poter andare in Africa e curare i bambini ammalati. A Savona appena può si reca a pregare nella chiesa di San Paolo e a partecipare alla santa Messa. Il passaggio dalle medie di un paese al liceo di una città le porta molte difficoltà.
Nel 1988 inizia il liceo classico, segue le lezioni con entusiasmo però è sempre molto stanca, lei non vi dà peso e frequenta le lezioni fino a Natale. I genitori la accompagnarono al pronto soccorso di Pietra Ligure dove le fecero una radiografia, ma non apparve nulla di grave.
Il 2 gennaio entra nel reparto di Pneumologia molto sofferente e si mette a servire con un sorriso gli altri pazienti. Alla mamma che la esorta a non stancarsi troppo risponde: “Avrò poi tanto tempo per riposare”.
Il 2 febbraio esegue una TAC dalla quale risulta che ha un tumore dei peggiori. Il papà e la mamma si mettono nelle mani di Dio e la affidano alla Madonna. Viene dimessa con l'invito a ricoverarla il più presto possibile per un intervento chirurgico. I genitori e gli amici si attivano per trovare un ospedale e una casa per ospitarli e viene scelto l'ospedale “Molinette” di Torino. Il 7 febbraio si recano a Torino e prima di entrare in ospedale Chiara va al santuario della Consolata dove si confessa. Viene ricoverata nel reparto di chirurgia torace-polmonare del professor Maggi. Rimane sempre serena e non si lamenta mai. L'esame istologico, dà come referto: “Osteosarcoma... con invasione di parti molli intercostali...” L'intervento ha luogo il 28 febbraio le asportarono alcune costole. I genitori passarono tutto il tempo in preghiera presso la cappella. Chiara prima di entrare in camera operatoria disse alla mamma: “Se dovessi morire celebrate una bella messa e dite ai "Gen" che cantino forte”. Al risveglio sentendo forte dolore sussurra: “Perché Gesù ?’" poi aggiunge: “Se lo vuoi tu Gesù lo voglio anch'io”. Era obbediente e paziente con i medici e con i genitori e per non perdere l'anno scolastico si fa portare i libri per studiare. L'esito dell'intervento è nefasto, non ci sono speranze.
Per contrastare il male deve fare la chemioterapia. Quando torna a casa si butta su letto ad occhi chiusi per 25 minuti di riflessione e preghiera, poi il suo volto diventa sereno e luminoso perché ha detto il suo sì a Gesù. Un mese dopo dirà alla mamma che quelle erano state le ore più dure della sua vita perché doveva identificarsi con Gesù abbandonato.
Il 5 giugno subirà un altro intervento per alleviarle i dolori e lei dirà: “IO non guarirò più; l'ho capito: devo fare la volontà di Dio e sono pronta a fare la sua volontà”. Ad un certo punto non riesce più a camminare tanto che il papà la doveva portare in braccio. Il 15 di luglio viene dimessa ma non torna al paese, rimane nella casa degli amici e due giorni dopo ha una grave emorragia. Viene riportata all'ospedale e sembra in fin di vita e il dottore le farà trasfusioni fino che non si riprende. Il 20 di agosto ritorna al paese e pur restando a letto accoglie tutti con il sorriso. Per il suo 18° compleanno gli amici più cari le regalano una cagnolina che lei chiamerà Briciola, mentre i soldi e i regali in oro li devolve per i bambini africani dicendo:
“Io ho tutto, a me non servono”. Il 23 dicembre la riportano in ospedale a Torino e al cardinale Saldarini che le chiede: “Hai un'espressione degli occhi molto bella, come mai?” Lei risponde semplicemente: “Cerco di amare Gesù”. Per alleviare il dolore i dottori le prescrivono la morfina, ma lei si rifiuta e durante un intervento vede accanto a lei una signora vestita di bianco con un sorriso luminosissimo. Il 22 giugno del 1990 i medici decidono di sospendere la chemioterapia e comunicano ai genitori che Chiara ha solo due mesi di vita. Chiara dice: “Adesso sono sempre più vicina a Gesù. Mi devo preparare per incontrarlo”. Infine pensando di non arrivare a Natale scrive un biglietto di auguri ai genitori, nascondendolo in una scatola natalizia. Chiara Lubich le scrisse un biglietto chiamandola “Chiara Luce” perché vedendo i suoi occhi disse che: “Chiara aveva la luce dello Spirito, la luce del carisma”.
Il suo funerale celebrato dal vescovo fu una festa animata da canti e con la partecipazione di tutto il paese.
Il 25 settembre 2010 papa Benedetto XVI la dichiarava beata.
Comments