FESTEGGIANDO S. GIROLAMO E. 8 FEBBRAIO 2022
Martedì 8 febbraio scorso abbiamo avuto l’onore di animare la celebrazione eucaristica in onore di San Girolamo Emiliani, nostro Patrono e Patrono universale degli orfani e della gioventù abbandonata.
Presieduta da Padre Marek Z. Wolfram, la celebrazione è stata seguita da un nutrito pubblico di fedeli e trasmessa in diretta sul canale YouTube della Parrocchia.
Conosciamo tutti l’impegno dei Padri Somaschi, che, sull'esempio di San Girolamo Emiliani, sono al servizio dei poveri e della gioventù, specie quella che vive in situazioni di abbandono. Per questo motivo, nelle diverse parti del mondo, sono impegnati su più fronti: di assistenza, di educazione e prevenzione, di promozione umana e cristiana, privilegiando bambini, ragazzi e giovani.
La sua storia di “Santo umile”, così come lo ha chiamato Padre Marek nella sua omelia, è al contempo la storia di un Santo grandissimo perché ha lasciato un insegnamento molto particolare che i Padri Somaschi portano avanti da 500 anni in diverse parti del mondo con la costruzione di scuole e orfanotrofi.
La riflessione di Padre Marek è partita dal brano del vangelo di Matteo: “Con le parole di Gesù: “Lasciate che i bambini vengano a me”, l'evangelista ci invita a sposare questa ingenuità dei bambini, ad essere come loro, spontanei e puri di cuore! Se un bambino dice “si” è si, se dice “no” è no...quante volte, invece, noi adulti mettiamo una maschera sul nostro volto e non esprimiamo i sentimenti che abbiamo nel cuore? Non abbiamo la semplicità dei bambini e credo che San Girolamo, con la sua esperienza di vita, ci inviti a riflettere proprio su questo. Lui era giovane, ricco, aveva potere, aveva una carriera davanti ma dopo la sua conversione, avvenuta nel corso di 19/20 anni, matura la decisione di dare tutto ai poveri, ricerca quindi la povertà, ma non quella che intendiamo noi di essere senza soldi, ricerca la povertà del cuore. Non ha più bisogno di essere legato ai beni materiali, era arrivato il momento di essere libero!
E su questo punto possiamo continuare ad esaminarci: a che cosa sono legato? A cosa non posso assolutamente rinunciare? Sono attaccato morbosamente alle persone? Alla carriera? Ai soldi? Che cosa ci lega e ci fa prigionieri? Qualcosa che ci lega a tal punto da impedirci di amare con la semplicità dei bambini! In quel tempo Girolamo pose come programma fondamentale della sua opera la preghiera e il lavoro, che rappresentano i due capisaldi della vita cristiana e sociale, donò ai suoi ragazzi una famiglia, un’istruzione, un mestiere, donò loro un futuro! Addirittura sembra che sia stato lo scrittore del primo libro di catechismo; a Somasca gli orfanelli che condividevano con lui i lavori di rilegatura di libri, coltivazione dei campi, allevamento degli animali diventavano a loro volta catechisti per la gente di campagna, grazie a un catechismo popolare appositamente scritto da Girolamo.
Insegnava loro a scrivere, saper scrivere all’epoca era un privilegio di pochi e noi che apparteniamo all’era della tecnologia non sappiamo più scrivere! Non sappiamo più scrivere sulla carta! Fermiamoci e riflettiamo: i nostri bambini pieni di impegni, non abbiamo mai tempo di stare con loro e quando siamo a cena magari c’è la TV accesa o i cellulari sono a tavola! Fermiamoci e godiamo della famiglia!”.
Le parole di Padre Marek mi inducono a pensare: è vero, siamo ossessionati dalla società che ci circonda e pensiamo a troppe cose inutili, lasciandoci sfuggire i momenti più importanti della nostra vita.
L’orientamento verso i beni materiali toglie alla vita umana il suo senso più profondo, talvolta sembra di essere in cammino verso una sorta di barbarie che ci allontana da Cristo e ci fa pericolosamente disattendere lo spirito apostolico che deve animare tutto il nostro agire. Stiamo con i nostri figli, ascoltiamoli, incoraggiamoli, sosteniamo le loro debolezze!
La sera dell’ 8 febbraio sono stati presentati dalle catechiste alcuni disegni fatti dai bambini ispirati alla vita di San Girolamo; quello che più ha colpito il cuore di Padre Marek e anche i nostri, un disegno che rappresenta l’interno della casa famiglia “Pino”, ubicata a fianco alla Parrocchia e gestita proprio dai nostri Padri. Il disegno rappresenta “la famiglia”, in questo caso la famiglia Somasca: una tavola, delle sedie, dei ragazzi e i Padri. Un disegno molto colorato che trasmette serenità e sicurezza, quelle serenità e sicurezza che ogni ragazzo deve trovare nella propria famiglia, ed è stato toccante constatare come un bambino, nella sua semplicità, abbia potuto cogliere tutto questo.
Al termine della celebrazione, Padre Marek ha invitato i presenti a pregare per le vocazioni, per i Padri anziani, che hanno speso la propria vita sull’esempio di San Girolamo e che ora stanno riposando e anche soffrendo per le malattie della vecchiaia, ha ringraziato tutti i presenti per essere intervenuti così numerosi e ha invitato a portare l’abbraccio della famiglia Somasca nelle nostre case, a fare un segno di croce sulla fronte dei nostri figli, esortando tutti ad essere più “umani” perché “essere umani è un dono bellissimo e la vita che viviamo ogni giorno è un dono particolare che bisogna imparare a valorizzare ed esaltare nel nome di Gesù”.
Ha impartito la benedizione finale trasmettendo nei nostri cuori tutta la commozione e l’emozione che si prova quando si fa parte di una grande famiglia! Grazie Padre Marek!
Credo si debbano ringraziare tutti i Padri che operano nella nostra Parrocchia che, con devozione, silenzio, modestia, umiltà, obbedienza e abbandono a Dio offrono la loro vita per aiutare la gioventù bisognosa.
Concludo riportando quello che è il testamento religioso di San Girolamo, che troviamo al termine della sua più antica biografia scritta da un amico, rimasto anonimo, pochi giorni dopo la sua morte, avvenuta l’8 febbraio 1537.
“Seguite la via del Crocifisso disprezzando il mondo, amatevi gli uni gli altri, servite i poveri“. Girolamo fu proclamato beato nel 1747 e santo nel 1767 da Clemente XIII. Nel 1928 Pio XI lo proclamò “Patrono universale degli orfani e della gioventù abbandonata".
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