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Padre Vincenzo Gorga

"I PRIMI 24 ANNI DELLA PARROCCHIA S.GIROLAMO EMILIANI ".



1^ puntata


PREMESSA: COME PRIMO PARROCO DELLA PARROCCHIA SAN GIROLAMO EMILIANI, sono stato invitato a rievocare i fatti relativi alla sua nascita e al suo primo sviluppo.

La cosa che vorrei precisare, e che ancora oggi mi stupisce, è il fatto che essa non ha avuto il suo inizio e il suo sviluppo per l'iniziativa e il finanziamento di una istituzione o di una persona, ma è nata su ispirazione dello Spirito Santo e per l'opera e il contributo di tutta la popolazione chiamata a formare una comunità di fede. Voglio dire che l'opera non è stata finanziata dallo Stato o dalla Chiesa, ma unicamente dalle offerte dei fedeli con l'assistenza, l'appoggio e l'incoraggiamento del Card. Vicario e degli uffici del vicariato di Roma.


L'ISPIRAZIONE E L'IDEA: Al termine del Concilio Ecumenico Vaticano II, la Santa Sede sollecitò le Congregazionie gli Ordini religiosi a riscoprire il proprio carisma e ad aggiornare le proprie strutture e la propria missione, adeguandole agli orientamenti indicati dai documenti conciliari.

Sensibili a questa sollecitudine, maturò in molti religiosi somaschi della Provincia Romana, il desiderio dell'apertura di un'opera "significativa" nella diocesi di Roma; anche a costo di sacrificarne un'altra magari storica e più "prestigiosa".

L'idea maggiormente condivisa fu quella di aprire una parrocchia in una delle borgate di Roma che fosse segno della specificità del carisma somasco: evangelizzare i poveri e prendersi cura di ragazzi privi o carenti di sostegno familiare: i religiosi addetti alla pastorale parrocchiale avrebbero dovuto condividere l'abitazione e la vita con un piccolo gruppo di ragazzi sicuramente in difficoltà.


LA PROPOSTA: Il Consiglio Provinciale fece la sua proposta e conseguentemente il P. Provinciale, P. Cataldo Campana, con il suo P. Vicario, cioè il sottoscritto, Padre Vincenzo Gorga, si recarono dal Card. Vicario della Diocesi di Roma, Ugo Poletti, per dichiarare la disponibilità dei padri somaschi ad approntare un'equipe di religiosi da mettere a disposizione della Diocesi per la conduzione di una parrocchia in Roma. L'unica condizione che si poneva era che la parrocchia fosse situata in una borgata povera della periferia, anche se priva di chiesa e di abitazione per i sacerdoti.

Il cardinale ci disse che aveva bisogno di un po' di tempo per pensarci e ci fissò un secondo appuntamento nel quale ci propose un territorio, nella borgata di Morena, da smembrare dalla Parrocchia di San Matteo e invitò me, già proposto come nuovo parroco dal P. Provinciale, a prendere contatto con il Parroco di S. Matteo per visitare la zona e assumere notizie sul territorio e gli abitanti.


Una domenica mattina del 1975 nel mese di giugno, mi recai a parlare con detto Parroco, Don Lorenzo Toppi, che mi accolse molto calorosamente. Mi diede molte informazioni sulla zona e sugli abitanti e mi affidò a Don Luigi Di Liegro perché mi conducesse a visitare la zona. Da quanto udito e visto di persona, riportai al P. Provinciale la seguente relazione:


" Il territorio che verrà assegnato alla erigenda parrocchia è molto vasto. Esso va dalla via Anagnina all'autostrada Roma-Napoli e da via Niobe a via Campo Romano con le sue traverse".

Gli abitanti sono, per lo più, immigrati provenienti dall'Abruzzo, dal basso Lazio e dalla Calabria. Appartengono quasi tutti al ceto operaio: manovali, muratori, e addetti ai servizi generali di pulizie e servizio mensa per i dipendenti della grande fabbrica F.A.T.M.E. sulla via Anagnina.


Specialmente nel secondo insediamento molte sono le abitazioni in costruzione, e quelle già abitate sono costruite "al rustico", cioè senza intonaco esterno e senza rifiniture; inoltre la quasi totalità è abusiva.

Le strade sono quasi tutte private, quindi strette, senza manutenzione, non illuminate e polverose o fangose, secondo lastagione.

Nel territorio ci sono due strutture per la pastorale: una per i fedeli della zona di via Campo Romano, via Tuscolana e via Muro Linari, in cui esiste da circa venti anni, una cappella appositamente edificata; e un altro in via Gioia Tauro per gli abitanti della zona di via Anagnina e via Niobe.


Qui non esiste una struttura edificata appositamente per le attività pastorali, ma esse hanno luogo in un appartamento a piano terra adatto allo scopo. In esso è stata ricavata una cappella, una piccola sacrestia e una saletta.

In ambedue i luoghi ogni domenica due suore della Congregazione delle Ancelle parrocchiali dello Spirito Santo, curano il catechismo per i bambini che si preparano alla Prima Comunione e alla Cresima. Parimenti ogni domenica viene celebrata l'Eucarestia a Ponte Linari da Don Luigi di Liegro della Caritas diocesana, e a via Gioia Tauro da Don Carmelo Nigro docente di teologia all'Università Lateranense.


CRONISTORIA DEGLI INIZI: Nei primi giorni di ottobre ci viene consegnato l'appartamento che costituirà l'abitazione della comunità religiosa. Si compone di tre camere da letto, una sala, una cucina e un bagno ed è sguarnita di qualsiasi suppellettile. Si riesce a reperire, da una colonia estiva in disuso, un divano, tre letti, due tavoli e sette sedie tipo scuola, due pensili e un fornello per cucinare. I superiori poi consegnano la somma di lire 700.000 con cui viene acquistato un frigorifero.

La casa è posta in via Botricello, fuori dall'abitato, tra le vigne e vi si accede attraverso un sentiero buio e fangoso.



L'11 ottobre 1975 arriva l'equipe dei religiosi che assumono la conduzione della erigenda parrocchia dedicata a S.Girolamo Emiliani.

Essi sono: - Padre Vincenzo Gorga, che è superiore e parroco

- Padre Alberto Busco, vicario parrocchiale

- Fratel Giovanni Martina, addetto alla catechesi e ai servizi.


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Titolo 2

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