"SANTA CECILIA"
Ci sono canzoni che ci rimangono in mente perché siamo assillati dalle loro note, ci sono canzoni che ci rimangono invece per il loro testo, che abbiamo subito fatto nostro perché sembrano scritte per noi, cucite addosso come un abito su misura. Cecilia, di Antonello Venditti, uscita 10 anni fa è rimasta pressoché sconosciuta ai più, per quelli che nell’album si fermano ad ascoltare solo il brano che ne dà il titolo. Io no: io sono una di quelle che le ascolta tutte, che le ascolta più volte, perché, diciamoci la verità, sulle prime, non piacciono mai. Come alla prima serata di Sanremo: le canzoni sembrano o sempre le stesse o anonime e senza melodia, ma poi, alla terza mattina successiva, le canticchiamo distrattamente durante le nostre attività quotidiane. Questo brano l’ho ascoltato attirata principalmente dal titolo, pensando banalmente che fosse un nome di donna alla quale fosse stata dedicata una ballata con parole d’amore struggenti per una storia finita. E invece … con mia sorpresa, le parole mi hanno subito proiettata in una dimensione diversa, particolare … erano parole di altri tempi che elevavano lo Spirito. “A te io affido il mio cuore A te che sei il mio unico amore Santo e confuso come il vero amore Per te io muoio e canto Per te che sei il mio unico amore Santo e sicuro come il primo amore”. Basta conoscere a grandi linee la vita di Santa Cecilia per poter facilmente accostare la figura della Santa al testo del brano di Venditti. Nata a Roma in data non nota alla fine del 1° secolo d.c., da nobile famiglia, con una giovinezza dettata dai ritmi e dalle regole di un tempo antico e con un matrimonio combinato con il nobile Valeriano, Cecilia aveva fatto una promessa a se stessa e questa promessa divenne un canto proprio nel giorno delle sue nozze, quando si narra che nella sua casa risuonassero organi e che la giovane fanciulla cantasse con queste parole: “Conserva, o Signore, immacolati il mio cuore e il mio corpo, affinché non resti confusa”. Ed è proprio da questo particolare che è stata proclamata protettrice dei musicanti. Sentite queste parole, lo sposo si convertì immediatamente al cristianesimo e proprio nella prima notte di nozze, ricevette il battesimo insieme ai suoi 2 fratelli, dedicandosi da quel momento alla sepoltura dei cadaveri di cristiani poveri.
Anche nella nostra Parrocchia, il 22 novembre u.s. è stata celebrata da Padre Ludovico la Santa Messa delle ore 18:00, animata dalla Corale “Le Voci di San Girolamo”, in rappresentanza di tutti i gruppi che solitamente accompagnano note e canti delle celebrazioni eucaristiche. Un coinvolgimento che abbraccia tutte le fasce d’età qui alla S. Girolamo: partendo dal “Piccolo Coro di S. Girolamo”, coro di bambini dai 7 ai 10 anni che anima la S. Messa prefestiva del sabato alle 18:00, diretto con pazienza e dolcezza da Laura e Sonia, accompagnate dall’angelico violino di Suor Arcelia; passando per i ragazzi che accompagnano la S.Messa dei bambini della domenica delle ore 10:00 con Paolo, Tina, Gianfranco e Riccardo alla chitarra, alternati al Gruppo Scout con Simone, fino ad arrivare alle voci più mature che animano le celebrazioni più solenni, “Le Voci di San Girolamo”, coordinate e dirette dalla professionalità e dalla passione di Antonella e Anna Maria!
Il Canto Corale liturgico è da sempre considerato una forma di preghiera, così come disse anche Sant’Agostino “Chi canta, prega due volte”, e davvero aiuta nella preparazione di cuore e spirito a rivivere il miracolo che si compie sull’altare. Padre Ludovico ha ricordato i tratti salienti della vita della Santa e ha imposto una benedizione alle coriste, in un momento davvero emozionante per chi si impegna quotidianamente a mettere in musica le lodi al Signore, sfruttando il talento che proprio Lui ci ha dato: la voce. Voce che va sicuramente educata al canto (ebbene si…non esistono persone stonate….semplicemente esistono persone che non si sono accostate a questa arte in maniera consona e costante!), voce che va esercitata durante le prove, voce che va accostata al ritmo delle note per un canto armonioso e degno di accompagnare la Liturgia.
Dalla voce sicura di Antonella, è stata anche letta la bellissima “preghiera dei musicisti”, scritta da Mons. Marco Frisina: O Cecilia, Martire Santa e Gloriosa che con il tuo sangue prezioso hai testimoniato un amore ardente per Cristo Signore, ti invochiamo nostra Patrona e Protettrice. Tu, che hai fatto della tua vita un canto d'amore a Cristo, tuo celeste Sposo, sostieni il nostro lavoro affinché le nostre opere cantino la gloria di Dio; lo Spirito Santo, Amore e Bellezza eterna, guidi il nostro intelletto e il nostro cuore perché sappiamo esprimere in modo giusto ed efficace lo splendore della verità di Dio che è presente nelle sue creature. Intercedi presso il Signore affinché apra i nostri occhi e le nostre orecchie affinché, contemplando il volto di Cristo, facciamo della musica l'eco della divina bellezza. Le nostre opere portino consolazione e gioia, suscitando nel cuore degli uomini la nostalgia del Paradiso, aggiungano splendore e solennità alla preghiera della Chiesa, e diano luce e speranza al mondo. Per i tuoi grandi meriti ottienici la grazia di unirci un giorno al coro stupendo dei Beati del cielo, lì dove risplende la sublime armonia di Dio. Amen.
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