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Writer's pictureMarta Ulisse

"VENGONO I RE MAGI DALL'ORIENTE."



Erano due anni che per colpa del Covid i Re magi non riuscivano a venirci a trovare, ma quest’anno dopo un lungo viaggio, sono tornati a farci visita nella nostra parrocchia. I bambini si sono fatti trovare pronti per consegnare le letterine, piene di disegni stickers e nastri colorati, che Melchiorre, Gaspare e Baldassarre consegneranno a Gesù bambino a Betlemme il 6 Gennaio.

L'evento è tanto atteso dai bambini e dalle bambine, sia per consegnare la letterina con la richiesta dei doni per l’Epifania, ma soprattutto per la curiosità che viene suscitata dai loro costumi, dai loro racconti e dalle domande che i re magi fanno.



Il dialogo con i Re magi è l’occasione per spiegare ai bambini la profezia che è racchiusa nel significato dei doni: oro, incenso e mirra che svelano le caratteristiche di Gesù bambino. L’oro viene regalato per ricordare la discendenza regale data dalla stirpe di Davide alla quale appartiene Gesù, l’incenso per ricordare la sua natura divina e la mirra per simboleggiare la sua discendenza umana, prefigurando la sua morte da Re.


La festività dell’Epifania è molto sentita, soprattutto nei paesi del nord, e nelle nostre regioni settentrionali come in Trentino; in questo giorno viene fatta una benedizione speciale alle proprie case dal capofamiglia. Per chi è stato in quei posti non ha potuto far a meno di chiedersi il significato dei numeri e delle lettere scritti con il gessetto sul capostipite delle porte. Il 6 gennaio di ogni anno il capofamiglia, con un gessetto benedetto in precedenza, scrive delle cifre sulla porta come, per esempio, quest’anno scriverà 20 C+M+B+23.

Il numero indica l’anno in corso, le tre lettere indicano i nomi dei tre re magi in latino: Caspar, Melchior e Balthasar, ma sono anche l’abbreviazione per la formula di benedizione “Christus Mansionem Benedicat” che significa “Cristo benedica questa casa”. Segnare con un gesso la propria casa è un modo per celebrare e lasciare un segno in questo giorno, non solo nella propria casa, ma nella propria vita. Man mano che il gesso si cancellerà il significato della benedizione scenderà nel profondo dei cuori di chi vi ci abita, nelle loro azioni, nelle loro parole e nei loro gesti “Cristo benedica questa casa”.


Penso che quello che noi possiamo chiedere sia proprio questo, in questo momento in cui non c’è nulla di sicuro, possiamo chiedere al Signore di benedire le nostre vite, di far si che diventiamo accoglienti e sensibili alle necessità degli altri, che nella gioia lodiamo il Signore e nella tristezza rimaniamo aggrappati a Lui. Che sperimentiamo la gioia di averlo come ospite nelle nostre vite e che la nostra casa sia davvero una chiesa domestica, in cui la parola di Dio sia luce e cibo.


Anche papa Benedetto XVI manteneva viva questa tradizione, scrivendo queste cifre sulla porta della sua residenza terrena. Vorrei ricordare una sua omelia che può parlare a noi, prendiamo il coraggio di lasciare tutto, e come hanno fatto i magi avere la fermezza di accogliere Gesù nelle nostre vite, seguiamo la stella che ci porterà a Lui, l’unico che ha il potere di cambiare le nostre vite. Fermiamoci alziamo gli occhi al cielo e chiediamoci: cosa stiamo seguendo? Verso dove stiamo andando? E se non abbiamo delle risposte scriviamo anche noi la nostra letterina i Re magi la porteranno a Gesù.


“ Torniamo ai Magi d’Oriente: questi erano anche e soprattutto uomini che avevano coraggio, il coraggio e l’umiltà della fede. Ci voleva del coraggio per accogliere il segno della stella come un ordine di partire, per uscire – verso l’ignoto, l’incerto, su vie sulle quali c’erano molteplici pericoli in agguato. Possiamo immaginare che la decisione di questi uomini abbia suscitato derisione: la beffa dei realisti che potevano soltanto deridere le fantasticherie di questi uomini. Chi partiva su promesse così incerte, rischiando tutto, poteva apparire soltanto ridicolo. Ma per questi uomini toccati interiormente da Dio, la via secondo le indicazioni divine era più importante dell’opinione della gente.

La ricerca della verità era per loro più importante della derisione del mondo, apparentemente intelligente.


I Magi hanno seguito la stella, e così sono giunti fino a Gesù, alla grande Luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo (Gv 1,9). Come pellegrini della fede, i Magi sono diventati essi stessi stelle che brillano nel cielo della storia e ci indicano la strada.


I santi sono le vere costellazioni di Dio, che illuminano le notti di questo mondo e ci guidano. San Paolo, nella Lettera ai Filippesi, ha detto ai suoi fedeli che devono risplendere come astri nel mondo (cfr 2,15). In queste persone il contatto con Dio ha provocato, per così dire un’esplosione di luce, mediante la quale lo splendore di Dio illumina questo nostro mondo e ci indica la strada.


Preghiamo Maria che ha mostrato ai Magi il nuovo Re del mondo (Mt2,11), affinché ella, quale Madre amorevole, mostri Gesù Cristo anche a voi e vi aiuti ad essere indicatori della strada che porta a Lui. Amen.” ( tratto dall’ Omelia nella solennità dell’Epifania del Signore 2013 di papa Benedetto XVI)

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